E’ passato soltanto un mese dall’esonero di Daniele De Rossi. Una notizia inaspettata, che ha colto tutti di sorpresa. La società ha giustificato questa scelta per una mancanza di risultati che, nonostante un campionato iniziato da poche settimane, si era fatta preoccupante.
Al posto di De Rossi è arrivato Ivan Juric, allenatore che con il Torino ha fatto bene a tratti. Allenatore incredibilmente bravo a lavorare sulla fase difensiva (grazie a lui abbiamo scoperto Bremer e Buongiorno) ma con altrettante carenze sul fronte offensivo (le sue squadre hanno sempre segnato poche reti). I risultati non hanno convinto in questo mese, e lo scenario dei prossimi giorni è incredibile.
Juric esonerato, Fiorentina-Roma decisiva
La panchina di Ivan Juric è già ad un bivio. Le prossime due partite saranno decisive per il futuro del trainer croato, finito nel mirino di società e piazza dopo le prestazioni contro Elfsborg, Monza e Inter. L’ex Toro si gioca tutto contro Dinamo Kiev e Fiorentina, nella speranza di ottenere una scossa dai suoi in campo.
Nemmeno una vittoria in Europa League potrebbe bastare: la società vuole un cambio di passo soprattutto dal punto di vista del gioco. Anche nelle partite vinte contro Venezia e Udinese la squadra non ha mai convinto tifosi e società. Soprattutto i tifosi, che nel frattempo continuano a criticare l’operato della società, vedrebbero di buon occhio il ritorno in panchina di Daniele De Rossi.
Cosa fa De Rossi se la Roma lo richiama?
Ovviamente Daniele De Rossi difficilmente direbbe di no ad un ritorno sulla panchina della Roma nonostante le modalità poco chiare del suo esonero. L’idea di ritornare lo stuzzica, soprattutto ora che non c’è più Lina Souloukou. Il rapporto tra i due non è mai stato dei migliori e proprio la dirigente greca aveva spinto Dan e Ryan verso la decisione di esonerarlo. Lo spogliatoio gradirebbe un suo ritorno. La squadra non è contro Juric, questo va chiarito, ma non c’è stato uno strappo con De Rossi.
Daniele De Rossi ha ereditato, comunque, una situazione comunque complicata e per tutta l’estate ha plasmato una squadra con una identità chiara. Il diktat era chiaro, cessione di Paulo Dybala: si punta tutto si Matias Soulè e sull’acquisto del gigante Dovbyk.
Poi la mancata cessione in Arabia dell’argentino ha complicato i piani e sono cominciate le prime frizioni con la società. Che ha colto la palla al balzo dei risultati poco soddisfacenti (3 punti nelle prime 4 partite di campionato) per esonerare l’allenatore.